Data: 30/09/2004 - Anno: 10 - Numero: 3 - Pagina: 25 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: Mario Ruggero Gallelli (Altri articoli dell'autore)
La libertà: un bene prezioso che ogni uomo è portato a difendere con tutti i mezzi a sua disposizione. Se viene negata si cerca di riconquistarla sfidando anche la morte, spesso con l’aiuto di amici disposti a rischiare in proprio. L’amicizia, appunto, un tempo era molto forte fra le persone e la necessità di donarsi al prossimo veniva avvertita anche dai bambini che la riproponevano persino nei giochi. Ne inventavano alcuni, infatti, in cui lo spirito di sacrificio emergeva prepotentemente, tra questi c’era “a presa”. Un gioco di gruppo a numero vario. Fra tutti si sorteggiava chi doveva custodire un’aria precedentemente definita, segnata per terra con un pezzo di carbone. Sguinzagliati per la via i partecipanti dovevano evitare di essere toccati dal giocatore custode, se ciò avveniva il malcapitato doveva posizionarsi all’interno dell’area circoscritta nella speranza che un giocatore amico andasse a liberarlo toccandolo. Quest’ultimo doveva a sua volta evitare di essere toccato dal giocatore custode per non finire anche lui nello spazio prigione. Il gioco finiva se il custode riusciva a catturare tutti i partecipanti rinchiudendoli all’interno dell’area tracciata. Molte volte, però, non andava a buon fine, le difficoltà a gestire “i presi” erano tante, per cui si poteva passare anche un’intera serata senza portare il gioco a compimento.
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